From ITALY to CANARY ISLANDS

From ITALY to CANARY ISLANDS

domenica 31 luglio 2016

Fratello sole e sorella montagna

Non proprio così citava il mio amico Francesco anni or sono,
Ma neppure egli si trovava dove ora ci troviamo noi, e quindi una piccola variazione al tema potrà ben starci.
Ore 21 della sera, il pavimento in cotto mi riporta ai ricordi di quando da bambino, la montagne attorno ai miei occhi paiono come avvolte da una soffice coperta di nebbia, le rondini volano basse ed in lontananza, credo un aquila, volteggia alla ricerca della sua cena.
Il silenzio, quella musica che sempre cerchiamo, ci riempie i timpani lasciando in noi il solo desiderio di chiudere gli occhi ed ascoltarlo per ore.
Picos d'Europa, seconda sera del nostro viaggio.
Ci troviamo alla partenza della funivia che porta chissà dove, immersa nella nebbia di un cielo che ama nascondersi ai nostri occhi, scorgiamo appena i cavi di un moderno mondo che sale verso il cielo, scomparire nel nulla, come inghiottito dal silenzio e dalla musica del nulla che a noi tanto piace.
Sono le nostre vacanze e chiunque forse non esiterebbe a rifugiarsi dentro un ristorante.
Ma questo non è ciò che vogliamo ora.
Ci serve stare soli, senza rumori, senza parole, senza null'altro che non sia ciò che effettivamente tanto ci manca e desideriamo.
Acquistiamo una bottiglia di vino, un pezzo di formaggio locale, respiriamo quell'aria, quella nebbia, quel freddo umido di una giornata di pioggia senza fine ed in essa ci lasciamo andare, come se l'inebriante senso di leggerezza che ci pervade, anche grazie all'alcool del vino, vi facesse volteggiare nel cielo reso pesante dalle nubi, esattamente come quell'aquila che non cessa di volare dinnanzi i nostri occhi.
Non posso dire di essere stanco, sebbene i 1046 km di ieri ed i 506 di oggi ci abbiano portati lontani dalla nostra vera realtà. Non posso dire di essere sazio del nostro continuo voler scappare da un mondo che non ci appartiene se non per via del fatto che ci ospita, per fortuna solo temporaneamente.
Non posso dire di essere, perché io non sono, io improvviso solo di essere.
Ma se una cosa posso dire, è di essere ciò che davvero sono, ovvero un solo istante, piccolo e fugace come solo una nostra vita può essere in questo immenso intreccio di vite.
Voglio viverla questa vita, istante dopo istante, lasciando che ognuno di essi accada, senza cercare di guidarli, lasciando che mi scivolino addosso come d'altronde avviene anche se noi non lo desideriamo.
Picos d'Europa, Spagna, è qui che ci troviamo dopo una fuga di soli due giorni, il primo caratterizzato dal non guardarsi mai indietro, scappando per più di 1000 km. 
Il secondo invece cercando di guardare intorno a noi per osservare, sempre e solo ciò che ci circonda, per non dimenticare, per poter respirare anche solo per un istante l'aria di un mondo che ci fa sognare.
La pioggia di oggi, il lungo peregrinare con le ruote che ad ogni curva sembrano lasciarti andare a terra. La moto che non molla mai, esattamente come noi, tutto questo è ciò che ci rende liberi, liberi di andare avanti, liberi di essere e nel contempo di non essere ciò che siamo.
Non esiste, per me, altro modo di vivere s non quello di dedicarmi profondamente a quel semplice attimo, quell'istante il quale un attimo dopo è già storia, ma in quel preciso momento è tutto ciò che ho, il mio presente.
Come il mio bicchiere di vino, quel nettare che ora sorseggio cercando di trasmettere un pensiero.
Cercando seppur invano a volte, di far comprendere quanto sia inutile pensare a domani, quanto sia sorpassato il pensiero di ieri, cercando di catalizzare ogni mia forza, ogni mio muscolo sia esso corporeo sia esso celebrale su ciò che di importante io abbia adesso.......questo solo istante.
Vivere, e non sopravvivere, significa guardare oltre quei cavi che nella nebbia trasportano la vita stessa.
Vuol dire saper sognare, saper immaginare cose che poi, solo se vorrai, davvero vedrai.
Vivere vuol dire mettersi alla prova talvolta.
Lasciarsi andare e ascoltare la tua mente, il tuo corpo che scivolando sul mondo un giorno ti sussurrano qualcosa.
Non sempre si raggiungono i propri obiettivi, non sempre i sogni si avverano,
Ma se non sogni, se non chiudi gli occhi almeno per un istante per cercare di immaginarti lassù dove la nebbia segna il confine fra la realtà ed il sogno stesso, non saprai mai cosa in realtà si celi sotto quella soffice coperta che la natura ha scelto di lasciar scivolare su di te stanotte.
Alzo lo sguardo, e mente Gisella scruta le cartine geografiche per programmare il futuro di domani, io vorrei solo essere in grado, almeno per una volta nella mia vita, di fissare il presente.
Come un pittore su di una tela, per invogliarvi a chiudere gli occhi ed immaginare, per spingere me stesso ad essere parte di ciò che vivo, per farmi urlare nel silenzio del Picos d'Europa che anche se non riesco a vederti nitidamente, ti sento, ti sento forte e vicino, sento che ci sei.
La tua aria fredda mi arrossa gli zigomi, mi gela le dita mentre scrivo questo post.
La tua roccia millenaria io la rispetto, così come rispetto ogni cosa che sia frutto del volere della natura.
Questo non significa che io abbia paura di te.
Domani, Gisella, la moto ed io, ti affronteremo e ti supereremo perché se è vero che tu sei quì da millenni, noi abbiamo poco tempo per fare tutto ciò che vorremmo fare.
Per questo ti lasceremo indietro, incastonandoti fra i nostri ricordi ma lottando ad ogni curva affinché tu diventi un ricordo.
Un grande, immenso e indelebile ricordo, ma pur sempre un ricordo.
Noi siamo vivi, e per questo andiamo avanti.
Domani costa  Atlantica, 
Mai mollare, mai fermarsi, noi non siamo delle montagne.







martedì 26 luglio 2016

Un pensiero non lo si nega a nessuno

È stato lungo, intenso, straziante e freddo il nostro ultimo inverno. 
Istanti, ore, giorni, passati a vivere ma anche a sognare un nuovo viaggio, una nuova esperienza alla scoperta di un qualcosa del nostro beneamato mondo. 
Eh sì, proprio quel mondo così fortemente cambiato, cosi apparentemente ostile, così improvvisamente cattivo. 
Quel mondo che pare appartenere a tutti e nel contempo a nessuno. 
Una terra strappata al vicino nascondendosi dietro ad una vile giustificazione religiosa. 
E poi la vita, quella che ormai pare aver svanito la sua importanza primaria. 
Quella che siamo abituati sentire persa per decine di persone ogni giorno al telegiornale. 
Una vita sempre meno importante, una vita che qualcuno vorrebbe strapparci da dosso al grido di un dio grande. 
E noi ? 
Invece di impegnarci a viverla al meglio questa vita, che facciamo ? 
Ci nascondiamo dietro ad uno smartphone, giriamo per le strade, nei parchi, inquadriamo le persone, rischiamo pure di perderla la vita incuranti del rischio di incidenti stradali, il tutto ….alla ricerca di un pupazzetto virtuale. 
Se di virtuale viviamo, perché allora non scaricarci l’App che permetterebbe alle nostre mogli di inquadrarci dalla fotocamera e vederci diversi, ma si…magari con il viso di Bred Pitt e il pisello di Rocco Siffredi. 
Pensa come sarebbe contenta poi di scoprire che né il viso, e magari nemmeno l’attributo, nella realtà non sono come li aveva vissuti virtualmente. 
Se davvero ormai la nostra vita serve solo per essere spesa alla ricerca di un pupazzo che si nasconde, magari facendo arricchire chi ha inventato questo scempio che con buone probabilità non userà mai impegnato com’è a spendere i soldi divertendosi…….se davvero siamo diventati questo……allora siamo dei coglioni. 
Se invece facciamo ancora parte di quella rara specie di bipedi, che piuttosto di ammuffire dietro allo schermo di un apparecchio elettronico, preferiamo respirare, vedere e conoscere, ecco allora che siamo vivi ! 
Mancano ormai pochi giorni alla partenza del nostro viaggio, che poco a poco ci porterà dai Pirenei sino alle coste battute dai venti delle isole Canarie. 
Ho il cuore che palpita forte, la moto è quasi pronta, manca solo quell’ultimo, infinitesimo secondo dell’ultimo giorno di lavoro, quell’istante il quale sia i vivi sia i coglioni attendono con ansia e trepidazione nella stessa misura. 
Gisella ed io partiremo sabato di buon ora, come sempre d’altronde. 
Le prime tappe, serviranno per allontanarci, sparire dagli orizzonti di chi ci guarda fuggire lontano, correremo verso Nord-Ovest al fine di raggiungere i Pirenei e le adorate montagne. 
Da quel momento punteremo prima a Ovest e poi a Sud, attraversando il Portogallo lasciandoci l’oceano alla nostra destra. 
 Raggiungeremo quindi il sud della Spagna da dove ci imbarcheremo verso le Canarie. 
Prima Lanzarote, poi Fuerteventura ed infine GranCanaria.
Cercheremo di raccontare questo viaggio, come sempre fatto in passato per altre mete. 
Cercheremo di farlo mettendo il massimo del nostro impegno, al fine di trasmettere emozioni, immagini, sogni e desideri. 
Cercheremo di farlo per tutti coloro che avranno il coraggio di immergersi nel magico mondo che solo un pensiero ad occhi chiusi può dare. 
Lo faremo per voi, per tutti voi che avete voglia di vivere. 
Per coloro invece che passeranno le loro vacanze ad inseguire un mostriciattolo virtuale, per voi invece, il mio pensiero ve lo regalo subito, così che abbiate più tempo dopo da dedicare al pupazzetto. 
" personalmente vi reputo dei coglioni, ma quando sentirete il rombo di una moto mentre voi, ignari, starete per attraversare la strada, abbiate il buon cuore di alzare il capo e prestare la giusta attenzione, giusto così….giusto perché Gisella ed io….non molliamo “

 

venerdì 22 luglio 2016

Sito aggiornato

Dopo un pò di anni , ci voleva ....
Il nostro sito si è aggiornato e rimodernato , sempre allo stesso indirizzo "www.livetheworld.it"

 

lunedì 4 luglio 2016

Attenti a quei 2

 ….mi fai salire e mi porti a fare un giro ? 
Chiese lei anni or sono. 
Lui, inesperto e alle prime armi, strinse forte il manubrio e le fece cenno di sì con il capo. 
Aveva paura di percorrere quelle poche centinaia di metri che si frapponevano fra quel prato ed il ponticello sotto il quale scorreva l’acqua del ruscello. 
Ingranò la prima marcia, rilasciò la frizione e la moto iniziò a muoversi lentamente. 
Ciondolante e barcollante, come un bimbo al quale hanno appena tolto le rotelle alla bicicletta, puntò quel ponticello il quale appariva piccolo e difficile da attraversare. 
La strada sterrata, non proprio il terreno ideale per un neofita, era segnata dal passaggio di mezzi agricoli, lasciando al centro una linea verde di ciuffi d’erba. 
Si infilò in una delle due strisce concave di terra a cavallo di ciuffi d’erba rovinate dalle ruote dei trattori. Ingranò la seconda marcia e, quasi trattenendo il fiato, puntò dritto verso il ponticello. 
Lo superarono insieme, con lei che stringeva forte i fianchi di lui…. e lui che, tremolante, serrava con forza le manopole del manubrio. 
Un ponte, non più di duecento metri, per scoprire che, insieme avrebbero attraversato il mondo. 
Oggi, ancora oggi, quel ponticello è la…..non lontano da dove abitano. 
Il ruscello che sotto ad esso scorre è talmente minuscolo da far sembrare inutile il ponticello stesso. 
Eppure, anche lui come ogni cosa piccola ma buona, poco alla volta, contribuisce a far diventare grande un qualcosa altro. 
Quelle gocce d’acqua, ognuna di esse, un giorno diventeranno solo una piccola frazione di un mondo composto da milioni di altre piccole gocce. 
 Con il passare del tempo, cambieranno il loro sapore, passando da dolci a salate. 
Un giorno, viaggeranno, sfioreranno nuove regioni, nuovi continenti, e non smetteranno mai di fermarsi.
Esattamente come quei 2