Sono li, inermi sulle mensole che per loro abbiamo fissato al muro.
Da ogni luogo lontano, un po' come tutti, qualcosa ci siamo portati via.
E così in questi anni abbiamo collezionato una moltitudine di piccoli oggetti, pupazzetti che sanno di centro America, sabbie dei deserti, pietre di montagne o deserti rocciosi, tappeti che sanno d'Oriente, balene in legno che sanno di nord, incensi che fumando sanno d'Africa, e mille altri ancora.
Mi guardano, come ogni giorno da anni ormai.
Mi scrutano e mi sorridono nel loro essere immobili quasi a cercare un modo per rianimare in me un sorriso un po' spento.
Siamo a casa, e i nostri piccoli ricordi che vivono sulle mensole della sala dalla quale scrivo sono solo una piccola porzione materiale di un ricordo di ogni viaggio.
Quello che davvero vale, ciò che resterà per sempre anche la dove le mensole dovessero crollare sotto il peso di altri mille pupazzetti, sono e saranno i nostri ricordi, quei piccoli frammenti d'oro dei quali ho parlato in qualche post giorni per sono.
Quelle pagliuzze intrise di ricchezza puramente nostra, quei momenti della durata talvolta di alcuni secondi che però spingono una persona a vivere un viaggio per molti giorni, valgono più di ogni altra cosa, restano con noi, non pesano, non ti obbligano a montare nuove mensole al tuo ritorno e ogni volta che vorrai rivederli, in quei momenti dove non saprai a quale forza appellarti per poter superare un momento difficile, bene allora basterà far riaffiorare una di quelle pagliuzze che hai incastonato nel tuo intimo, farla scivolare sugli occhi, lasciare che si mischino con quella lacrima che inevitabilmente scende nel ripensare a quel particolare episodio ......e ripartire a vivere.
Ognuno di noi vive la fine di un viaggio, qualunque esso sia, in forma diversa.
C'è chi non vede l'ora che forse finisca così da potersi esibire, da poter raccontare, per poter primeggiare su chi magari avrà trovato il tempo nuvolo e la tanto agoniata abbronzatura pare un pò lattiginosa.
C'è chi invece dell'abbronzatura non può fregargliene nulla, del raccontare quanto si sia risparmiato andando chissà dove neppure. Ci sono, posso garantirvi che esistono degli energumeni, scontrosi e antipatici, silenti e solitari, che al rientro vorrebbero potersi isolare ancora, restare nel loro mondo di sudicio ma nobile sudore, vorrebbero potersi non cancellare di dosso la polvere accumulata dai quasi ottomila chilometri di un viaggio solitario, vorrebbero non doversi neppure togliere di dosso quei pantaloni da moto che con te hanno vissuto per giorni, in interminabili e caldissime giornate di viaggi, su ogni curva, ad ogni cambio marcia, con i mille insetti "spiaccicati" su ogni centimetro del tuo abbigliamento.
Per questi ultimi, dei quali con un po di sudicio orgoglio Gisella ed io vi facciamo parte, il mondo moderno ci viene in aiuto.
Così, come per un gioco, durante i duemila chilometri passati a viaggiare da quando il traghetto ci ha ricondotti sulla costa sud della Spagna in quel di Huelva, avevamo già organizzato un toto sfiga del rientro a casa.
Dall'esperienza degli anni passati abbiamo imparato che rientrare a casa, aprire la porta e ritrovare tutto come lo avevi lasciato, non sempre questo rispecchia la realtà.
Dal congelatore rotto, con conseguente pulizia di putrida carne ormai avariata e maleodorante, alle perdite d'acqua, al salvavita saltato....ogni anno qualche sorpresa c'era.
Così quest'anno, durante una "tappina" da 1033 chilometri da Siviglia a Matarò, abbiamo scommesso.
Io, cercando di essere positivo e non banale, ho scommesso cercando di indicare un qualcosa che non ci fosse mai successo, ovvero ....niente.
" io ( dico a Gisella nel frastuono che il vento genera attraverso l'interfono ) scommetto che non sarà successo nulla."
Gisella si prende qualche secondo per riflettere e poi saetta la sua perfida frase " io dico che non avremo acqua neppure per lavarci "
Sorrido dentro un casco che brucia tanto è calda l'aria che respiriamo, ma respiriamo e quindi sorrido due volte.
Sorrido anche nell'ascoltare il racconto che Gisella ed io instauriamo metro dopo metro, cercando di riassumere in pillole il nostro viaggio e facendo emergere quegli istanti che, più di altri, ci hanno fatto vivere.
Siamo partiti da casa con l'obiettivo di raggiungere le Isole Canarie in moto.
Lo abbiamo fatto pensando ad un tragitto che ci portasse a raccogliere sulla visiera del casco la nebbia fredda e umida dei Pirenei, passando anche dal Picos d'Europa.
Dopodiché avevamo messo in conto di attraversare il Portogallo da nord a sud, visitando un luogo del quale poco si parla e che noi non avevamo mai visitato prima.
Il Portogallo è stata una sorpresa a tutto tondo.
Le persone, quel Josè che con la sua gentilissima moglie ci hanno regalato del prosciutto, un pò di melone ed un fresco vino portoghese, tanto da rendere una cena qualunque, nata per essere consumata sotto un telo nella ricerca di un pò di refrigerio, un momento importante, una pagliuzza d'oro che resterà per sempre con noi.
Le strade, magnifiche sotto tutti i punti di vista, sia per la guida sia per il panorama.
Il mare, le scogliere, la natura.
Il Portogallo, sa di buono, sa essere ancora puro, senza far parlare troppo di se, senza cercare di essere troppo il baricentro del mondo, è diventato per noi il baricentro di un viaggio il quale, inizialmente lo aveva classificato solo come parte del tragitto di avvicinamento ad una meta.
Ora con stupore, ci rendiamo conto invece di aver attraversato la meta senza quasi saperlo, e con rammarico di averla lasciata indietro senza ad essa dedicare ciò che lei ha dedicato a noi.
Nel raggiungere le Canarie, partendo come il nostro amico e connazionale Cristoforo Colombo da Huelva esattamente come lui, passano nella testa mille pensieri e mille ammirazione per viaggiatori davvero coraggiosi.
Molti di quelli che secoli or sono partirono da quel porto, con navi sicuramente meno sicure e certamente senza motociclette nella stiva, neppure sapevo che la terra fosse tonda, anzi la loro certezza era la morte, eppure partirono, ingoiando la saliva densa della paura, respirando forte quell'aria come fosse l'ultima.
Chi non ha le palle per ricordare questi uomini e queste donne, che non ha l'umiltà di dedicare un pensiero al cielo mentre sei sul ponte della nave che, solcando i mari grazie a potenti motori a scoppio ti porta senza fatica e senza rischi la dove vorrai andare, non è un viaggiatore.
Un pò come l'amico Cristoforo, anche noi arriviamo alle Isole Canarie ed approdiamo a Lanzarote dove viviamo per pochi ma intensi giorni in quel luogo divorato dall'energia sprigionata da mille vulcani e cesellata dalla maestria del magma degli stessi.
Un piccolo specchio di oceano ci separa da Fuerteventura, che raggiungiamo, respiriamo e su di essa lasciamo che il vento e la sabbia ci accarezzino o ci schiaffeggino a seconda del loro volere.
Il passaggio finale a Gran Canaria ci porta verso un mondo meno vicino al nostro desiderio di mondo, ma pur sempre un nondo che rispettiamo.
Il sogno di questo viaggio, così come un'alba di un importante mattino, poco alla volta si è tramutato in uno splendido e fiammeggiante presente come il sole del mezzogiorno, per poi come ogni cosa osservarlo mentre cala, cercare inutilmente di rallentarne la discesa ma alla fine anche lui tramonta e diventa storia.
Quanto bella ed importante sarà questa storia, dipende da come noi avremo saputo vivere l'alba prima, il mezzogiorno durante ed il tramonto ora.
Non posso permettermi di essere triste quindi, rischierei di rovinare e di perdere gli ultimi sprazzi di luce che ancora si riflettono di un tramonto meraviglioso.
Non posso neppure fermarmi troppo a pensare a cosa sia stato quel giorno passato.
Posso e devo invece cercare di essere migliore per domani, quando ancora il sole rispunterà dal lato opposto cogliendoci forse alle spalle mentre noi ancora cerchiamo di intravederne una sagoma nascosta la dove qualche ora prima se ne era andato.
Una nuova alba ci porterà a sognare ancora.
Un nuovo sogno che cercheremo di trasformare in presente e lasciar scivolare nel suo passato.
Un nuovo sogno che, come quello appena terminato, ci faccia sentire ancora ricchi, ricchi da aver trovato l'oro nel silenzio, la gioia nella solitudine, il sorriso nel vento, lo stupore nella forza di una onda, la pace nel sorriso di uno sconosciuto.
Sognare è bello, non costa nulla, non è un peccato e rende ricchi.
E se qualcuno pensa che sia da bambini farlo, bene, sono felice di essere ancora bambino.
Il viaggio è finito, ma non ciò che il viaggio stesso ci ha donato.
E a dire il vero forse, è proprio per ciò che un viaggio ti lascia addosso dopo che noi viaggiamo.
Quindi ......proprio finito non è
Viaggio in pillole
Portogallo: un mondo buono, semplice e puro. Una sorpresa che ci ha colpito. Un ricordo che sarà indelebile.
Lanzarote: una bomboniera nera. Se l'Islanda potesse vederti sarebbe gelosa di te.
Fuerteventura: la sabbia del deserto Marocchino cerca di conquistarti, ma tu hai il vento, le onde e la forza di mille mulini.
Gran Canaria: ti avrei voluta vedere con gli occhi dell'amico Cristoforo, pura e senza che mille altri conquistadores ti occupassero senza neppure osservarti.
Km totali: 7820
Km su Isole Canarie: 1780
Giorni totali di viaggio: 23
Rientrati a casa oggi pomeriggio verso le 18, rimetto in funzione l'odiato telefono. Quasi per caso mi salta davanti agli occhi una notizia " secondo uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori, fra circa 80 anni, sulla terra non esisterà più il silenzio".
Mi fermo a riflettere e ripenso a quelle serate passate ad ascoltare un mondo che ci parlava senza fare rumore.
Socchiudo gli occhi e cerco di sforzare la mia mente per cogliere fra un rumore è quello successivo un frammento suppure piccolo di un silenzio ormai in via di estinzione.
Ad un tratto un rumore più forte di altri mi fa sobbalzare.....DRRRIIIIINGGGGGG......apro gli occhi e quasi attonito chiedo a Gisella " cos'è sto rumore ?"
Gisella con sorriso sarcastico mi risponde " è il campanello di casa Gianni.......apri all'idraulico, manca l'acqua, ho vinto la scommessa "
Fine del post, del blog e del viaggio.
Ma tutto il resto va avanti, e noi ancora più forte !
Gisella e Gianni